In questa situazione difficile e turbata, prendevano l’avvio i lavori per la nuova sede: dapprima con pochi «badilanti» svogliati, ma poi con sempre maggior intensità e lena; anche se, quanto più si avvicinava il conflitto, tanto più le difficoltà di reperire materiali da costruzione, ferro, vetro, attrezzature si facevano sentire, rallentando i lavori e facendo disperare il povero Palazzina.
Non è questa la sede per entrare nel dettaglio sulle vicissitudini che interessarono la costruzione, sui ritardi e i rifacimenti, sulle tensioni fra i tecnici incaricati di sovraintendere all’opera, sugli scontri fra i docenti per la ripartizione degli spazi, sulle defaticanti mediazioni di Gentile e Palazzina; sta di fatto che tre anni dopo, il 21 dicembre 1941, in una Milano turbata dalle prime incursioni aeree, «la nuova imponente sede dell’Università commerciale “Luigi Bocconi”, sorta, a cura del comune di Milano, su progetto dell’architetto Giuseppe Pagano, a porta Lodovica, presso il parco Ravizza su un’area di oltre 8.000 metri quadrati» veniva solennemente inaugurata «alla presenza delle massime autorità milanesi e dei rappresentanti del P.N.F.».
Marzio A. Romani, Verso la guerra e la caduta del regime (1938-1945)
La nuova Bocconi di Giuseppe Pagano: un esempio di «Edilizia Moderna».
Pianta dell'edificio.
Pianta dell'edificio.