All’euforia che aveva accompagnato le imprese africane e le manifestazioni che il regime fascista aveva abilmente architettate intorno ad esse stava subentrando, e nemmeno lentamente, uno stato di delusione, di preoccupazione, di insicurezza. Si avvertivano sempre di più i sacrifici imposti dalla lunga e non sentita guerra di Spagna; si avvertiva sempre maggiormente, nel contesto del pur tanto celebrato Asse Roma-Berlino, la presenza imperiosa e soffocante della Germania hitleriana, inesorabile nel rivendicare e nell’occupare territori e genti prossime ai suoi confini; ci si rendeva conto che Mussolini, nonostante i tentativi di resistenza, diventava sempre più succube del dittatore nibelungico; non sfuggiva ormai la chiara imposizione, di là dalle progettazioni politiche, di un’etica aberrante anche in seno alla cultura fascista (giusto nel 1938 si diffondevano anche nel nostro Paese le perverse teorie razziste: il 3 agosto di quell’anno il Ministro dell’Educazione Nazionale, Bottai, per portare un esempio, avrebbe vietato l’iscrizione alle scuole agli ebrei di nazionalità straniera, e si inibiva agli ebrei di svolgere attività di insegnamento, di appartenere ad accademie e istituti di scienze lettere ed arti); si toccava con mano che la situazione economica era tutt’altro che quella, sicura e stimolante, che il governo faticosamente cercava di prospettare.
Aldo de Maddalena, Il fascismo imbocca la sua parabola discendente
Il regime alle porte della Bocconi.
Bottai visita la nuova sede dell'Università.
Riunione in Aula Magna.
Il cardinale Schuster con Giovanni Gentile e Paolo Greco all'inaugurazione della nuova sede dell'Università Bocconi.
L'ufficio della presidenza con i ritratti di re Vittorio Emanuele III e di Mussolini.
Anche da socialista Mussolini non ignora la Bocconi.
La Bocconi fa sport al campo Giuriati.