Storia della Bocconi

1902-1915. Gli esordi

Introduzione


Parole chiave: Piano Bocconi 2000

La Bocconi novant’anni dopo

Al compiersi dei 90 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1902, e nella prospettiva del primo centenario, l’Università Bocconi ha ritenuto di promuovere una riflessione sull’ambiente nel quale essa venne istituita e ha operato, sul ruolo avuto nel progresso dell’insegnamento e della ricerca, sul contributo recato nei decenni alla vita culturale e civile dell’Italia.

L’intento di quest’ampia ricerca storica, affidata al coordinamento di Aldo De Maddalena, è duplice.

Quanti sono interessati alla storia delle istituzioni culturali milanesi e italiane, alla storia economica italiana di questo secolo, agli sviluppi del pensiero nelle diverse discipline coltivate alla Bocconi, troveranno in quest’opera documentazioni, analisi, riflessioni, stimoli per ulteriori indagini.

La seconda finalità – minore ma non meno importante per noi della Bocconi – è quella di aiutarci nella continua ricerca delle nostre radici e della nostra identità. Chi lavora in un’istituzione inserita certo nel sistema universitario nazionale e ormai internazionale, ma caratterizzata fin dalla fondazione da una sua forte peculiarità, avverte in special modo il bisogno di confrontarsi con i valori che, nel tempo, hanno formato la «cultura» di quell’istituzione.

È un confronto che deve farsi più intenso proprio nelle fasi in cui l’istituzione è più proiettata nell’ardita costruzione del suo futuro. Oggi ci troviamo in una di queste fasi.

Nell’anno accademico 1991-92 sono stati rinnovati nella struttura i nostri tre corsi di laurea, in «Economia aziendale», «Economia politica» e «Discipline economiche e sociali» – nati all’inizio degli anni Settanta sull’antico ceppo dell’Economia e commercio – e ha preso avvio l’integrazione didattica con il Politecnico di Milano.

Nel settembre 1992 ha avuto inizio il primo dei nuovi corsi di laurea previsti dal «Piano Bocconi 2000»: quello in «Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari». Sarà presto la volta del corso in «Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali», segno della crescente sollecitudine bocconiana per la gestione della cosa pubblica, e del corso in «Economia e legislazione per l’impresa». Seguirà il corso in «Statistica e informatica per l’azienda».

Questo nuovo disegno di corsi di laurea progettato dalla Bocconi – che mira ad una più profonda integrazione culturale tra le discipline economiche e altre aree del sapere – è stato recepito nei mesi scorsi dal nuovo ordinamento nazionale delle Facoltà di Economia. Come già avvenne nel 1902 e all’inizio degli anni Settanta, la Bocconi si dimostra fattore di innovazione per l’intero sistema universitario italiano.

La nuova architettura dei corsi di laurea è solo l’aspetto più visibile di trasformazione della Bocconi verso il suo primo centenario. Non meno rilevanti sono altri profili del cambiamento, quali gli sviluppi nella formazione post-laurea, la rete sempre più fitta di rapporti internazionali, gli impegnativi programmi edilizi, la nuova attenzione rivolta alla ricerca di base e alla qualità della didattica.

Fervet opus, perciò, in questa Bocconi novantenne. Un’opera che, in una fase di acuta crisi economica e civile del nostro Paese, riflette un particolare impegno. Quello di formare giovani non solo professionalmente preparati ma consapevoli anche delle responsabilità civili e politiche della classe dirigente dell’economia. Quello di contribuire con la ricerca e il dibattito a rendere più europea la cultura italiana, condizione indispensabile per un degno inserimento dell’economia italiana in Europa.

Anche per tale impegno, ci è utile riandare alle radici della Bocconi e della sua missione, all’intersecarsi della sua storia con i momenti felici e con quelli difficili del Paese. Questo primo volume e quelli che seguiranno ci saranno in ciò preziosi.

Il Presidente Giovanni Spadolini, che della Bocconi è da sedici anni la guida illuminata, ha presentato anche con la sua autorità di storico il significato e il valore di quest’opera. All’apprezzamento da lui espresso ad Aldo De Maddalena, Enrico Decleva, Marzio A. Romani e Marco Cattini, desidero aggiungere quello dell’intero Corpo docente della Bocconi e mio personale. Per i motivi che ho ricordato, la loro fatica sulla Bocconi di ieri dà riferimenti più sicuri all’impegno di noi tutti nella Bocconi di oggi e per quella di domani.

Mario Monti

Milano, novembre 1992