Storia della Bocconi

1945-1968. Dalla liberazione al '68

1965 luglio-1967 aprile


Parole chiave: Croccolo Alessandro, Finanza e bilanci, Gestione finanziaria, CdA

Quasi al completo, il 9 luglio 1965 si riunì nella sede bocconiana il Consiglio di Amministrazione[1]. Si diede subito lettura dei provvedimenti conseguenti al definitivo passaggio del prof. Ferdinando di Fenizio alla facoltà di Giurisprudenza della Statale di Milano. Fu, dunque, proposta la chiamata sulla cattedra di Politica economica e finanziaria, resasi disponibile, del prof. Innocenzo Gasparini, ordinario della medesima disciplina presso l’Istituto universitario di Economia e Commercio e Lingue e Letterature straniere di Venezia (Ca’ Foscari), a partire dal 1° novembre 1965. Proposta subito approvata dal Consiglio, ma subordinata come sempre al compimento degli atti amministrativi previsti.

Il presidente Cicogna aggiunse subito che il Consiglio superiore della P. I. aveva espresso parere favorevole per la trasformazione dell’attuale corso bocconiano di Lingue e Letterature straniere in facoltà di Lingue e Letterature straniere. Approvazione, peraltro, subordinata all’aumento delle cattedre di ruolo a 5, anziché a 4, come proposto nella precedente deliberazione del Consiglio bocconiano. Intervenne allora il prof. Dell’Amore per ricordare che in Italia la media delle cattedre di ruolo nelle facoltà di Economia e Commercio risultava di 12 unità: sarebbe stato dunque il caso che anche alla Bocconi il numero delle cattedre di ruolo per Economia e Commercio venisse elevato da 8 a 9. La proposta di Dell’Amore ottenne la immediata approvazione del Consiglio che, senza frapporre indugi, sollecitò una variante dell’art. 7 dello statuto, stabilendo che l’organico delle cattedre di ruolo fosse portato a 14 : 9 per la facoltà di Economia e 5 per la facoltà di Lingue. Il parere favorevole dei consiglieri fu unanime.

Sempre Cicogna ricordò che nel 1965 il ministero aveva erogato a favore della Bocconi la cifra di L. 108 milioni e riassunse gli impieghi delle erogazioni precedenti, che erano ammontate a L. 98 milioni. Non ne espongo le varie utilizzazioni. Così come non riporto le ratifiche dei contratti sottoscritti con i vari fornitori di attrezzature ecc., che furono elencate in calce al verbale della seduta.

Con riguardo alla consistenza della popolazione studentesca si erano registrati una irrisoria diminuzione nella facoltà di Economia (da 2.719 a 2.710) e, invece, un notevole accrescimento in quella di Lingue (da 3.283 a 3.659): in totale un aumento di 367 unità, da 6.002 a 6.369. Un poco diminuito era, anche, il numero degli studenti della Scuola di perfezionamento in Economia aziendale.

In merito alla «Situazione economica e finanziaria», che si riferiva ai primi sette mesi dell’esercizio (novembre ’65-maggio ’66), se ne fece carico, come al solito, il dott. Croccolo, che però, questa volta, fu più rapido e sbrigativo. Il conto consuntivo, a suo giudizio, avrebbe presentato, ad anno ultimato, «risultanze non molto differenti da quelle dell’anno precedente, in quanto il maggior gettito derivante dalle tasse scolastiche sarebbe stato praticamente assorbito dall’incremento delle spese, più precisamente, dagli oneri derivanti dalle retribuzioni al personale docente e amministrativo, in conseguenza sia del più elevato numero dei lettori e assistenti, sia della revisione delle retribuzioni stesse che, complessivamente, avrebbero assorbito 1’80% circa del totale delle spese di gestione». Per quanto concerneva più particolarmente la situazione finanziaria, Croccolo comunicò che i pagamenti effettuati per i nuovi edifici (istituti e biblioteca) avevano a quella data superato il miliardo di lire, ma che erano bastati i finanziamenti già predisposti. Senza tenere conto che, in data 30/6/1965, l’Istituto Javotte Bocconi aveva versato in c/c all’Università la somma di L. 100 milioni al tasso del 5%, essendosi convenuto che gli interessi sarebbero stati utilizzati per offrire posti gratuiti al pensionato. Il consigliere delegato si diceva convinto che, pur prevedendo una spesa complessiva di un miliardo e mezzo di lire, «si poteva con tranquillità affermare che non si sarebbero incontrate difficoltà per il completamento degli investimenti nei nuovi edifici». Il Consiglio si compiacque dei rendiconti e delle tranquillizzanti previsioni.

Invece, come era prevedibile, difficoltà non lievi furono generate dalla prospettata introduzione del contributo integrativo a carico degli studenti, di cui abbiamo parlato poco più sopra, addirittura richiamando un’apposita seduta del Comitato esecutivo. Su invito del presidente continuò a riferire il dott. Croccolo. Tralascio di ricordare quanto, in merito al problema, Croccolo rievocò al Consiglio, perché rimeditasse sulla gravità della questione già discussa in sede di Comitato esecutivo. Sottolineo che 1’organismo rappresentativo studentesco in data 6 luglio 1965 aveva riconfermato il suo parere negativo in una lettera, di cui fu data integrale lettura, e che fu conservata negli atti d’ufficio. In ogni caso fu redatto un ordine del giorno, subito approvato senza riserve dal Consiglio di Amministrazione[2].

L’8 novembre di quell’anno (1965) si stabilì di riunire ancora il Consiglio di Amministrazione[3]. Per prima cosa, il presidente Cicogna propose, ottenendo l’approvazione unanime di tutti i presenti, il rinnovo della carica di Rettore al prof. Sapori. Precisò, poi, che al 6 novembre si era riscontrato un aumento di 158 studenti (535 matricole in più e 377 studenti in corso in meno). Reputava, peraltro, che alla chiusura delle iscrizioni per l’a.a. ’65-66 si sarebbe raggiunta una popolazione studentesca complessivamente non inferiore a quella dell’anno precedente (ancorché si sarebbe registrata una diminuzione del numero delle matricole nella facoltà di Economia, pareggiata da un incremento in quella di Lingue e Letterature straniere).

Con l’inizio del nuovo anno accademico si sarebbero aperti tutti gli istituti, la biblioteca e i servizi annessi della nuova sede (come ora comunemente si diceva). Rimaneva da finire, o meglio da completare, entro il prossimo febbraio, l’Aula Magna. Sicché si era deciso – disse Cicogna – di rinviare alla prima quindicina di marzo l’inaugurazione dell’a.a. ’65-66 per farla coincidere con l’inaugurazione ufficiale, di particolare solennità, della «nuova sede». Quanto al raddoppio del pensionato continuavano le trattative con il Comune. Il costo complessivo dell’opera si sarebbe aggirato sul miliardo e mezzo di lire. Ma il presidente confidava che, tra breve, anche codesta iniziativa sarebbe passata alla fase esecutiva.

Prese poi la parola Croccolo per illustrare la situazione economico-finanziaria. In sintesi: una volta ancora egli assicurò che, nel complesso, il considerevole aumento delle spese era ben controbilanciato da quello delle entrate. Quanto al bilancio preventivo per il ’65-66 tenuto conto di tutto (anche di un cospicuo contributo dell’Istituto Javotte Bocconi – Associazione «Amici della Bocconi») Croccolo non nascondeva il suo ottimismo per il raggiungimento di un pareggio. Ne seguì una pacata discussione generale che approdò, assieme a un vivo ringraziamento al consigliere delegato, all’unanime approvazione della sua chiara esposizione, seduta stante.

Cicogna diede poi conto della utilizzazione dei contributi ministeriali per le attrezzature. Sommando i residui non ancora utilizzati dal ’59-60 in poi (L. 98 milioni) si raggiungeva la somma di L. 216 milioni: il che soddisfece assai il Consiglio. Ratificati tutti i contratti pendenti per forniture di vario genere all’Università, esso diede il suo assenso al conferimento del rinnovo ai direttori dei vari istituti e del «Giornale degli Economisti», approvando naturalmente la sostituzione alla direzione dell’Istituto di Politica economica e finanziaria di Innocenzo Gasparini in luogo di Ferdinando di Fenizio, trasferitosi alla Statale di Milano. Tralasciando questioni di minore importanza, il verbale della riunione si chiudeva con una serie di allegati: riporto in nota i dati essenziali di quello relativo al «Bilancio preventivo per l’a.a. 1965-66»[4].

Il 20 novembre 1965 e il 4 gennaio 1966 si trovarono insieme i componenti del Comitato esecutivo[5]. Nella prima riunione, in conformità con il parere espresso dal Consiglio di facoltà, si deliberò di coprire con un professore di ruolo, per trasferimento, una cattedra da destinare all’insegnamento della Lingua e Letteratura italiana, ponendo in atto presso il ministero tutte le pratiche ad hoc. Nella seconda seduta, consequenziale alla precedente, in armonia con quanto suggerito dal Consiglio di facoltà, si deliberò di chiamare sulla detta cattedra di Lingua e Letteratura italiana il prof. Mario Marcazzan, ordinario della stessa disciplina presso l’Istituto universitario di Economia e Commercio e di Lingue e Letterature straniere di Venezia.

Intanto, nel segno delle continue incertezze palesate nel reggimento della res publica dal governo, dai partiti e dalle correnti e forze politiche, ci si inoltrava nel 1966, con Moro sempre più affaccendato a modellare un nuova, terza compagine ministeriale dopo che la seconda si era miseramente disintegrata. Il nuovo governo, presentatosi al Parlamento e al Paese il 23 febbraio, favorì il graduale, ma relativamente rapido, innesco di un ripensamento delle rispettive posizioni da parte delle forze gravitanti intorno alle soluzioni democratiche del socialismo. S’andò così profilando, e poi sempre più imponendo, l’opportunità di realizzare la fusione del Partito socialista con quello socialdemocratico: operazione che, in ogni caso, avrebbe richiesto svariati mesi di trattative e sarebbe arrivata in porto solo alla fine di ottobre, giusto alla vigilia delle tragiche alluvioni che sconvolsero il Paese, abbinando alla scomparsa di tante vite umane la perdita, a Firenze, di un incalcolabile patrimonio della storia culturale e artistica non soltanto italiana, ma universale. E non ci si aspettava che tanti giovani, offertisi con generoso entusiasmo nell’opera di salvataggio e di recupero delle testimonianze d’un passato appena vissuto o secolarmente sopravvissuto, di lì a qualche mese, nelle strade e nelle piazze, avrebbero scatenato una violenta, radicale «contestazione studentesca». La quale avrebbe profondamente inciso (e gli effetti, forse, ancor oggi non si sono esauriti) sulle coscienze individuali e collettive, e negli stessi rapporti con l’ambiente, inteso nel significato più ampio del termine.

Se, in via Sarfatti a Milano, quel 23 marzo 1966 (nell’ultima delle Cinque Giornate di Milano, che ne segnavano il 118° anniversario) fossimo entrati nella sede bocconiana e avessimo raggiunto la sala delle adunanze, vi avremmo trovato presenti quasi tutti i membri del Consiglio di Amministrazione[6]. Il primo atto della riunione diffuse tristezza. Con commozione si commemorò il collega dott. Alberto Ferrante, presidente della Motta, da molti anni consigliere, scomparso il 26 dicembre. Cicogna rese noto che Donna Javotte aveva manifestato il desiderio, ancor prima della sua scomparsa, che a far parte del Consiglio di Amministrazione, quando si fosse reso libero un posto, venisse chiamato il presidente della Rinascente, Aldo Borletti, laureato bocconiano del 1933.

Informato il Consiglio che il ministero della P. I. aveva autorizzato il trasferimento, da Venezia, sulla cattedra di Lingua e Letteratura italiana del prof. Mario Marcazzan, come era stato deliberato dal Comitato esecutivo, Cicogna passò a qualche altra comunicazione. Dapprima ricordò che il 15 dicembre U.S. cinque studenti membri del consiglio direttivo del Circolo Bocconiano (che, come si ricorderà, era l’organismo rappresentativo degli studenti) avevano firmato un ricorso al Capo dello Stato contro l’aumento dei contributi approvato dal Consiglio d’Amministrazione il 15 luglio 1965. L’Università, a cura dell’avv. Sorrentino di Roma e su invito del ministero, aveva predisposto le controdeduzioni già trasmesse a Roma. In secondo luogo, il presidente informò i colleghi che lo stesso Ministero della P.I. per l’esercizio 1966 aveva concesso alla Bocconi due contributi, per funzionamento e per attrezzature, di 19 e 18 milioni rispettivamente. Sempre Cicogna segnalò che complessivamente le iscrizioni per l’a.a. ’65-66 erano state 6.581 con un aumento di 308 unità (di cui 283 matricole) rispetto all’anno precedente. Le iscrizioni al Corso dirigenti erano state di 158 unità (19 in meno rispetto al precedente anno). «Il Consiglio prese atto con compiacimento di queste comunicazioni».

Seguì il dott. Croccolo per presentare la situazione economico-finanziaria. Ridurrò all’essenziale il contenuto dell’esposizione: rifacendosi alla consueta triplice distinzione, la gestione universitaria (consuntivo del ’64-65) chiudeva con un saldo passivo di circa L. 59 milioni e mezzo; quella del pensionato era in deficit per poco più di L. 3 milioni e 600 mila; quella patrimoniale in attivo di circa L. 73 milioni e 700 mila. Avuto riguardo ai totali, quello delle rendite si aggirava sui 493 milioni e 800 mila lire con un aumento rispetto all’anno precedente del 22,34%; quanto alle spese si era passati da circa 468 milioni e 147 mila lire a 553 milioni e 300 mila circa, con un aumento del 18,19%.

Indugiando sulla situazione patrimoniale il consigliere delegato pose innanzitutto in evidenza come nella impostazione del bilancio fosse stata ritenuta opportuna una modifica al fondo di dotazione, modifica che peraltro non si sarebbe ripercossa sulle risultanze della gestione economica. Espongo in nota le piuttosto lunghe considerazioni di Croccolo in merito alla questione[7]. Terminata la lucida e articolata relazione, Croccolo fu vivamente ringraziato dai presenti, che approvarono all’unanimità il bilancio dell’a.a. 1964-65, il quale chiudeva all’attivo e al passivo per un importo di L. 3.468.969.340.

Come confessò Cicogna, il nuovo edificio, fino al 20/3/66, era venuto a costare quasi un miliardo e 260 mila lire: la prima rata di 400 milioni del mutuo, dei 600 milioni che avrebbero dovuto essere ancora pagati, sarebbe stata assolta dal Banco Lariano. Comunque, ribadì Cicogna, il nuovo edificio era entrato in funzione con l’apertura del nuovo anno accademico. Il completamento dell’Aula Magna era pressoché ultimato, tanto che si confidava di poterne effettuare l’inaugurazione alla presenza del Capo dello Stato, on. Saragat, verso la metà di aprile.

Conclusasi la seduta, si dovette aspettare il 25 giugno 1966 per vedere riunita una parte degli amministratori per la convocazione del Comitato esecutivo (assenti il Rettore e l’on. Pella). Si trattò di un breve incontro, pressoché interlocutorio. Fu approvata la lista dei professori incaricati e dei direttori di istituto nelle due sezioni della Bocconi. E si presero in considerazione questioni e problemi di secondaria importanza.

Ma si dovette aspettare, addirittura, il 3 novembre 1966 per vedere riunito il Consiglio di Amministrazione[8]. E, dopo aver approvato il verbale della seduta del Comitato esecutivo e ratificato le proposte del Consiglio di facoltà, si procedette al rinnovo del Consiglio di Amministrazione, scaduto per compimento del quadriennio. Furono riconfermati tutti i consiglieri uscenti, a cominciare dal presidente Cicogna, a eccezione del dott. Mattioli, rappresentante del ministero Industria e Commercio, per sua rinuncia, e del conte Marzotto, pure rinunciatario. Furono subito sostituiti, rispettivamente, dal cav. lav. dott. Alighiero De Micheli e dal dott. Carlo Verticali. Dovevano essere ancora designati i rappresentanti del Comune e della Provincia. Cicogna, dato il benvenuto ai due nuovi membri del Consiglio, colse l’occasione per rallegrarsi con l’ing. Radice Fossati cui era stato conferito il premio Vanoni e con il dott. Borletti per la sua nomina a cavaliere del lavoro. Furono specificatamente riconfermati il vicepresidente Pella, il consigliere delegato Croccolo, il segretario del Consiglio Palazzina, l’Ufficio di presidenza, il Comitato esecutivo (nel quale fu nominato come quinto membro il dott. Zonchello, giacché il vicepresidente, Pella, come rappresentante del ministero della P. I. ne faceva parte di diritto). Furono, altresì, ribadite le deleghe dei poteri e al direttore amministrativo Carlo Baccarini fu riconfermata «la firma libera in rappresentanza della Università per tutti gli affari di ordinaria amministrazione».

Per l’ultima volta (e fu la quindicesima) il prof. Armando Sapori, tra gli applausi di tutti i presenti, fu confermato Rettore per l’a.a. 1966-67. Il ringraziamento del Rettore fu particolarmente commosso.

Non richiamo le nomine di membri di commissioni varie. Non dimentico, però, di rammentare che la prof.ssa Juana Granados Bagnasco, per anni insegnante assai apprezzata di Lingua spagnola, rinunciò all’incarico: vi subentrò il prof. Samuele Marchesi. Sciogliendo la riserva, di cui alla precedente deliberazione, fu affidata al prof. Agostino Lombardi la direzione dell’Istituto di Lingua e Letteratura inglese. Al dott. Roberto Ruozi venne infine assegnato l’incarico per «I finanziamenti delle aziende industriali» del Corso dirigenti.

Fece seguito una lunga serie di comunicazioni del presidente Cicogna. Ne accenno qualcuna. Era stato firmato dal presidente della Repubblica il decreto per la trasformazione in facoltà della sezione di Lingue e Letterature straniere; erano stati perfezionati numerosi contratti di ricerca con il CNR e con istituti stranieri (Parigi, Bruxelles, Francoforte, Leida), ricerche che sarebbero state condotte sotto la direzione dei professori Demaria e Rotondi; era in corso lo scambio di ratifiche per un terzo contratto dell’importo di 16 milioni con l’Istituto di Economia delle fonti di energia sotto la direzione del prof. Dell’Amore; col nuovo anno accademico sarebbero entrati in funzione 5 nuove aule da 100 posti ciascuna, un’aula di 400 posti, e il nuovo soggiorno-studenti ricavato nel sottosuolo.

Il presidente rese nota la «Statistica delle iscrizioni al 3/11/66». Gli studenti superavano quelli dell’anno precedente di 669 unità (286 a Economia e 383 a Lingue). Le matricole in più a Economia erano 34, a Lingue 54: in totale 88. «È stato comunque già previsto il blocco delle iscrizioni delle matricole della sezione Lingue se arriveranno al numero di 1.100, raggiunto per l’anno 1965-66, che costituisce un massimo insuperabile».

Prima di lasciar la parola a Croccolo, Cicogna fornì l’elenco degli ordinativi e dei contratti relativi a forniture per i lavori in corso, elenco che fu poi allegato al verbale della seduta. E, non allontanandosi dai criteri e dai modi di esposizione da più anni sperimentati, e anche da noi ormai conosciuti e apprezzati, il consigliere delegato «prospettò» (così disse testualmente) la «Situazione economica e finanziaria». Incominciò col rammentare che il nuovo edificio sarebbe costato, finito in tutti i dettagli, un miliardo e 650 milioni. Al 31 ottobre 1966 i pagamenti eseguiti ammontavano a un miliardo e mezzo, sicché al 31 dicembre sarebbero rimasti non effettuati pagamenti per 150 milioni. Ma la liquidazione di quest’ultima cifra non avrebbe creato problemi per via dell’utilizzazione di finanziamenti già assicurati e di anticipazioni (l’Istituto Javotte Bocconi – Associazione «Amici della Bocconi», ad esempio, avrebbe anticipato 100 milioni). Secondo Croccolo, v’era dunque da stare tranquilli.

Con riferimento alla situazione economica, essa si presentava approssimativamente analoga a quella dell’anno precedente: pertanto «il bilancio dell’a.a. 1965-66 consentirà di mantenere inalterate le direttive degli anni precedenti» per quanto concerneva sia gli ammortamenti, sia l’aggiornamento dei fondi di quiescenza, sia le consuete appostazioni ai vari fondi di riserva.

Venendo al bilancio preventivo per il 1966-67, Croccolo «in via pregiudiziale riconfermò le difficoltà di prospettare con relativa esattezza lo svolgimento economico del prossimo a.a. per quanto concerneva sia i proventi delle tasse, sia i contributi degli enti e dei privati, sia i contributi del ministero tanto per la parte ordinaria quanto per le attrezzature e la gestione del pensionato». In ogni caso, la bozza del bilancio da lui predisposta fu allegata al verbale della seduta: dopo brevi e pacate discussioni, le esposizioni del consigliere delegato furono apprezzate e approvate[9].

Cicogna tornò allo scranno dei relatori per comunicare che l’inaugurazione dell’anno accademico, sospesa in aprile per un improvviso impedimento del Capo dello Stato, avrebbe avuto luogo l’11 dicembre 1966 e sarebbe stata abbinata all’inaugurazione ufficiale del nuovo edificio degli istituti ecc. Era data come molto probabile la presenza dei ministri Gui e Andreotti.

Otto giorni più tardi, l’11 novembre 1966, presieduta da Cicogna (unico assente giustificato il vicepresidente on. Pella), si svolse una seduta del Comitato esecutivo per provvedere alla costituzione ufficiale della facoltà di Lingue e Letterature straniere e assegnare gli incarichi d’insegnamento per l’a.a. 1966-67.

08

Il presidente dette notizia che la «Gazzetta Ufficiale» il 3 novembre aveva pubblicato il decreto presidenziale del 12 luglio ’66 col quale veniva approvata la istituzione presso la Bocconi di una facoltà di Lingue e Letterature straniere. Pertanto l’Università si sarebbe strutturata «in due facoltà con a capo i presidi i quali costituiranno, sotto la presidenza del Rettore, il Senato accademico, nuovo organo di governo accademico della Università, con le attribuzioni ad esso demandate dalle vigenti leggi sull’ordinamento universitario». Alla nuova facoltà sarebbero state assegnate 5 cattedre di ruolo (una sola, a quel tempo, era già coperta dal prof. Marcazzan). Ciò premesso, avrebbero costituito un comitato tecnico i proff. Mario Marcazzan, unico titolare di ruolo di Lingua e Letteratura italiana, Ignazio Cazzaniga, ordinario di Letteratura latina alla Statale di Milano e Antonio Viscardi, ordinario di Filologia romanza, entrambi in ruolo, confermando così le designazioni fatte dal Comitato esecutivo nella riunione del 3/5/65, a esclusione del prof. Viscardi nel frattempo trasferitosi in altra sede. Il predetto comitato avrebbe esercitato le funzioni secondo le vigenti disposizioni fino a quando i previsti nuovi professori di ruolo non fossero entrati a fare parte della nuova facoltà di Lingue: da quel momento sarebbero stati aggregati al predetto comitato, il quale avrebbe cessato dalle sue funzioni allorquando alla facoltà fossero stati assegnati tre professori di ruolo. Il Comitato esecutivo, soddisfatto, prese atto di quanto ottenuto e progettato. Cicogna diede, infine, lettura di una lettera del Rettore, il quale rifacendosi alla delibera della facoltà del 10/10/66 proponeva che al dott. Mario Corona, cultore della materia, fosse affidato l’incarico di Letteratura americana e, su parere del prof. Marcazzan, al prof. Piero Gallardo (che avrebbe lasciato le funzioni di lettore di Lingua italiana) fosse assegnato, limitatamente all’a.a. ’66-67, un corso di lettura dantesca.

Poco più di due mesi dopo, il 19 gennaio 1967, sempre assente l’on. Pella, si riunì ancora il comitato esecutivo. Fu nominata docente di ruolo, come da deliberazione presa il giorno prima dal comitato tecnico della facoltà di Lingue, la prof.ssa Emmy Rosenfeld, fresca straordinaria di Lingua e Letteratura tedesca.

Fu presa, poi, in esame la donazione di 20 milioni in buoni del Tesoro, per l’acquisto di apparecchiature e attrezzature tecniche, fatta dall’ing. Falck «memore del Consiglio di Amministrazione». Il Comitato, con le più vive espressioni di gratitudine, deliberò unanime di accettare la donazione pregando di svolgere le pratiche previste dalle disposizioni di legge. E Cicogna si diffuse in seguito a ricordare i rapporti fra il CNR e gli istituti bocconiani, indugiando lungamente sui numerosi contratti già perfezionati o in corso di perfezionamento: non mette conto che anch’io indugi ricordando tutte le formalità che avrebbero dovuto essere osservate ecc.


1

Unici assenti, giustificati, erano i consiglieri dott. Virginio Bontadini e dott. Giacomo Zonchello.

2

Ne cito testualmente due passi che mi paiono oltremodo interessanti. [Omissis] il Consiglio «delibera che a partire dal prossimo a.a. 1965/66 il contributo a carico degli studenti previsto dall’art. 11 della legge 18/10/1951 n. 1551 venga aumentato di L. 10.000 per gli studenti in corso e di L. 8.000 per gli studenti fuori corso; e che allo scopo di neutralizzare per studenti di condizioni disagiate meritevoli il relativo onere venga stanziato per l’a.a. 1965/66 a favore dell’Opera Universitaria in aggiunta ai contributi ordinari un contributo straordinario di L. 3 milioni da utilizzare per sussidi in misura corrispondente all’aumento previsto […]». Può essere interessante segnalare che, allora, le tasse studentesche erano pagate in tre rate: il 5 novembre, il 28 febbraio e il 30 aprile. Per gli studenti in corso ammontavano a L. 29.250: in totale dunque a L. 87.750 annuali. Per i fuori corso, invece, a L. 17.550 (nei primi due anni a L. 22.550): in totale, calcolando la media nei 4 anni, a L. 57.650.

3

Non parteciparono al Consiglio, giustificando l’assenza, il vicepresidente on. Pella e i consiglieri Ferrari, Dubini e Ferrante.

4

Bilancio preventivo per l’anno accademico 1965-66.

Gestione universitaria: Spese: 600.000.000; Rendite: 550.000.000; Saldo passivo: 50.000.000.

Gestione patrimoniale: Spese: 50.000.000; Rendite: 110.000.000; Saldo attivo: 60.000.000.

Gestione pensionato: Spese: 220.000.000, Rendite: 210.000.000, Saldo attivo: 10.000.000.

Sintesi:

Gestione universitaria: Passivo: 50 milioni; Gestione patrimoniale: Attivo: 60 milioni; Gestione pensionato: Passivo: 10 milioni. Totali: Attivo 60 milioni, Passivo 60 milioni.

5

Come sempre (o quasi) fu scusata l’assenza del vicepresidente on. Giuseppe Pella.

6

Assenti scusati erano l’on. Pella, e i consiglieri dott. Faina, Falck e Ferrari.

7

«Il fondo di dotazione riferito all’anno di fondazione della Bocconi (1902) era di L. 1.200.000; nell’immediato dopoguerra si è proceduto alla sua rivalutazione sulla base del rapporto 1:250; detto rapporto risulta notevolmente inadeguato alla situazione odierna: pertanto si è ritenuto opportuno modificare tale rapporto in 1:500, elevando di conseguenza il fondo di dotazione da L. 300 milioni a L. 600 milioni. La contropartita di detta rivalutazione è stata portata a carico del valore attribuito al fabbricato della sede universitaria che complessivamente risulta in bilancio per L. 1.050.734.000.

Di fronte a detta rivalutazione è iscritto in bilancio il fondo ammortamenti per l’importo di L. 610.734.000, per guisa che il valore netto della sede universitaria risulta di L. 440 milioni, cifra indubbiamente molto inferiore al suo valore reale trattandosi di un grande edificio, in zona non molto lontana dal centro di Milano, che sorge su una superficie di oltre 7.000 mq.

Altra cifra di particolare rilievo è quella della nuova sede destinata in via principale alla biblioteca e agli istituti, che ha iniziato il suo regolare funzionamento con l’a.a. 1965-66. Per la costruzione di detta sede i pagamenti effettuati al 31 ottobre 1965 raggiungono la cospicua cifra di L. 1.107.492.000. La previsione totale della spesa è di un milione e mezzo. I contributi straordinari ricevuti a tutto il 31 ottobre 1965 raggiungono, come risulta dal bilancio, i 121 milioni.

Fatte queste premesse il consigliere delegato passa in rassegna le altre voci della situazione patrimoniale che, nella sua impostazione generale, si presenta molto equilibrata, anche per ciò che concerne la situazione finanziaria e la previsione degli oneri differiti».

8

Non parteciparono al convegno cinque consiglieri: l’on. Pella, e i dott. Dino Cardarelli, Giovanni Falck, Ottorino Monza e Giacomo Zonchello.

9

Riassunto del bilancio preventivo del 1966-67:

Gestione patrimoniale, Saldo attivo 72 milioni; Gestione universitaria, Saldo passivo 60 milioni; Gestione pensionato, Saldo attivo 12 milioni.

Totali: Attivo 72 milioni; Passivo 72 milioni.

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