Storia della Bocconi

1945-1968. Dalla liberazione al '68

1967 aprile-1968 aprile


Parole chiave: Presidente Cicogna Furio, Croccolo Alessandro, Rettore Dell’Amore Giordano, Gestione finanziaria, CdA, Facoltà di lingue

Giunti così al primo giorno di primavera del 1967 si pensò di convocare il Consiglio di Amministrazione. Gli amministratori bocconiani si erano, probabilmente, resi conto che la situazione politica, fin dall’anno precedente, aveva assunto una configurazione che rispecchiava il carattere e la filosofia del «nume», Aldo Moro, che ormai pareva sempre più impegnato a reggere le redini del suo partito e del Paese. E che, nel segno del «centrosinistra», pur denunciando fatiche e più o meno evidenti contraddizioni e contrapposizioni (di uomini e di correnti), in fondo, non appariva indisponibile ad approvare la graduale riunificazione delle forze socialiste e ad accettare, se non a riconoscere e giustificare, l’attivismo e le inesauribili ambizioni del Partito comunista. Le stesse presunte e denunciate «deviazioni» del SIFAR, che sfociarono in accanite interrogazioni parlamentari, ne erano, a ben vedere, una prova indiretta. Tutto considerato, tra il 1966 e, soprattutto, il 1967 la storia italiana visse un periodo che qualcuno, forse non erroneamente, volle definire «interlocutorio». Le condizioni economiche avevano perso lo smalto degli «anni miracolosi», la situazione sociale sembrava ognora più slabbrarsi, le forze giovanili, senza ancora manifestare apertamente tendenze sovvertitrici dell’ordine costituito, palesavano già una indubbia tensione di fondo che i più accorti osservatori reputavano pericolosa, difficilmente placabile e imbrigliabile. Al chiudersi del 1967 l’Enciclica «Populorum progressio» ebbe, senz’alcun dubbio, una forte risonanza entro e oltre le frontiere nazionali, ma i consensi non parvero produrre positivi e immediati effetti al di fuori dell’area etico-religiosa.

E giunse, alfine, anche il primo giorno di primavera di quel 1967. Il 21 marzo nell’aula del Consiglio alla Bocconi si ritrovarono tutti i consiglieri, salvo i tre scusati Borletti, Falck e Monza.

Fu triste per Cicogna «porgere un reverente saluto alla memoria» del prof. Mario Marcazzan, improvvisamente deceduto due giorni prima, dopo che da pochissimo tempo aveva assunto la carica di professore di ruolo dell’Ateneo e la presidenza del comitato tecnico della facoltà di Lingue. Su immediata proposta del presidente del Consiglio di facoltà di Lingue, subito condivisa dai colleghi, fu chiamato a far parte del Consiglio stesso, con funzioni di presidente, il prof. Carlo Bo, ordinario di Lingua e Letteratura francese presso l’Università di Urbino.

Il dott. Croccolo distribuì una copia del bilancio consuntivo per l’a.a. ’65-66, impostato secondo gli usuali criteri. Il conto rendite e spese suddiviso nelle solite tre gestioni presentava i dati che cito in nota[1]. Croccolo indugiò, in ispecie, sui pagamenti effettuati sino a tutto il 31/10/66 per la nuova sede (come già detto, in regolare funzione dall’a.a. ’65-66) per la cifra di lire 1.485.507.000 (nel ’65-66 erano stati pagati in conto costruzione della nuova sede poco più di 378 milioni). Non trascino il lettore verso questioni particolari riferentisi alla gestione patrimoniale. Rammento solo che il bilancio del ’65-66 chiuse, all’attivo e al passivo, con un importo di L. 4.600.612.691, e riscosse l’unanime approvazione.

Fece seguito una serie di comunicazioni: ne ricordo qualcuna di particolare rilevanza. Fu stabilita una convenzione fra l’ENEL e l’Istituto di Economia delle fonti di energia per lo svolgimento di corsi destinati al personale scientifico e tecnico dell’ente pubblico. Fu annunciato lo scambio delle ratifiche per un nuovo contratto di ricerca fra il CNR e l’Istituto di Statistica diretto dal prof. Brambilla, per l’importo di 15 milioni e 600 mila lire. In attesa che il Consiglio di facoltà di Lingue suggerisse il successore del compianto prof. Marcazzan come preside, il Rettore aveva già nominato preside della facoltà di Economia il prof. Innocenzo Gasparini.

Passati due mesi, il 19 maggio 1967 si svolse un altro incontro del Comitato esecutivo, destinato all’esame delle liste degli incarichi presso le due facoltà: le espongo in nota[2].

Cicogna osservò che ambedue le facoltà avevano avanzato proposta di includere nuovi insegnamenti complementari per rendere possibile una più ampia scelta da parte degli studenti. Il Comitato diede il suo assenso all’aggiunta, già approvata dal Senato accademico, delle discipline che qui indico per ognuna delle due facoltà.

Laurea in Economia e Commercio: Organizzazione del lavoro d’azienda; Tecnica commerciale dei prodotti agricoli; Tecnica e Pratica professionale; Ricerca operativa; Teoria e Applicazione delle macchine calcolatrici; Calcolo delle matrici; Diritto penale e commerciale; Diritto tributario.

Laurea in Lingue e Letterature straniere: Letteratura italiana moderna e contemporanea; Storia dell’Arte; Filologia slava; Storia delle dottrine economiche.

Dichiaratosi d’accordo con le proposte testé formulate, il Comitato esecutivo non perse tempo nell’approvare altresì quanto il presidente andò aggiungendo. E dichiarò, testualmente: «Il Comitato esecutivo, su proposta del presidente, delibera a voto unanime che per il prossimo a.a., tenute presenti le disposizioni di cui all’art. 11-lett. e) – della legge 24 febbraio 1967 n. 62, il numero degli incarichi retribuiti per le materie complementari non dovrà superare, rispettivamente, quello di sei per la facoltà di Economia e Commercio e di nove per la facoltà di Lingue e Letterature straniere. Di tale deliberazione sarà data comunicazione ai presidi delle due facoltà».

E si giunse così a estate inoltrata prima che si convenisse sull’opportunità di radunare il Consiglio di Amministrazione: il 6 luglio 1967. Sicuramente gli amministratori bocconiani avevano avuto il tempo di rendersi conto e di meditare sul progressivo degrado degli studi e della preparazione culturale e tecnica offerti dalle università nostrane. Essi erano troppo sensibili e avvertiti per non rendersi conto che il «caso bocconiano», meritevole d’encomio, si sottraeva in gran parte, con pochissimi altri, alle critiche che, sempre più pesantemente, ricadevano sulle spalle delle «baronìe» che infestavano le aule degli atenei ed erano oggetto delle sempre più aperte contestazioni delle masse studentesche, vigorosamente sostenute dai circoli politici, culturali, sociali di connotazione in varia guisa libertaria e ribelle. In una decina d’anni (dal ’56 al ’67) gli studenti nelle università italiane erano di fatto raddoppiati (da 212 a 425 mila), e la crescita aveva precipuamente interessato le leve più giovani, le «matricole». Forse a qualche componente della gerarchia dirigenziale bocconiana l’atteggiamento del governo, con riguardo ai gravissimi problemi della scuola, appariva del tutto inadeguato, per non dire irresponsabile. Si rendevano mai conto i più pensosi responsabili della pubblica istruzione che sarebbero occorsi, da un capo all’altro della Penisola, radicali riforme, profondi ripensamenti sui valori delle ideologie, sui significati di democrazia e di demagogia? Meditavano sulle occupazioni, sugli sgomberi, sulle rioccupazioni di sedi universitarie a Pisa, a Milano, a Torino, a Napoli? Si dava la giusta importanza a quanto avveniva nella facoltà di Sociologia di Trento: in apparenza un centro di studi[3], ma di fatto un laboratorio di più o meno utopistiche soluzioni teoriche e pratiche a livello lato sensu politico e sociale?

La seduta del 6 luglio ’67 raggiunse appena il numero legale dei membri del Consiglio per poter essere validamente aperta[4]. Il presidente completò la lista degli incarichi già comunicata nella seduta del Comitato esecutivo del 19 maggio u.s.[5]. E rese noto che il comitato tecnico della facoltà di Lingue aveva deliberato di coprire una delle cattedre di ruolo vacanti con un titolare di ruolo di Letteratura angloamericana. Cicogna espose poi una lista di comunicazioni su questioni minori che tralascio di evocare. Tra le «Pratiche varie» egli ricordò che: a) il ministero della P. I. aveva disposto a favore della Bocconi un aumento del contributo, che veniva portato a L. 45 milioni; b) lo stesso ministero aveva assegnato al nostro Ateneo uno stanziamento di 5 borse biennali a beneficio di nostri laureati per L. 1.500.000 annuali; c) ci si era accordati, fra le università del Nord-ovest[6], per la creazione di un Centro consorziale di calcolo automatico. E Cicogna aggiungeva: «Tale accordo si è reso indispensabile per ottenere dal ministero i relativi stanziamenti per concretare il programma di lavoro e per l’acquisto o il noleggio dei grossi apparecchi di calcolo». Il Consiglio prese atto di tutte le comunicazioni e ne deliberò l’approvazione.

Il presidente rese nota la consistenza del corpo studentesco per l’a.a. 1966-67: facoltà di Economia: matricole 736; altri corsi 1.965; totale: 2.701; facoltà di Lingue: matricole/iscrizioni 1.192 (bloccate); altri corsi 3.051; totale: 4.243; totale generale: 6.944 contro 6.671 dell’anno precedente. Le iscrizioni al Corso di perfezionamento in Economia aziendale erano state 228, con un aumento rispetto all’anno precedente di 50 unità.

Il dott. Croccolo, che succedette al presidente, si soffermò, non diversamente dal solito, sulla situazione economica e finanziaria dell’a.a. ’66-67. Prendendo le mosse dalla situazione finanziaria il consigliere delegato sottolineò subito che la costruzione del nuovo edificio avrebbe comportato la spesa, in cifra tonda, di un miliardo e 550 milioni (al 30/6/67 ne risultavano già pagati un miliardo e 520 milioni). Il trasferimento degli istituti, dell’Aula Magna, della biblioteca, e le nuove sistemazioni di aule e del bar avrebbero causato una spesa di circa 155 milioni. Per scomputo dei tre mutui in corso con la Cassa di Risparmio si sarebbe andati incontro a un esborso di 25 milioni. Le disponibilità liquide presso le banche erano largamente sufficienti per tutte le necessità; e non è il caso di scendere in particolari. Il rendiconto di Croccolo fu apprezzato e approvato.

Il Comitato esecutivo riunitosi il 18 luglio 1967 dovette occuparsi di una questione che, nonostante l’esito positivo, non riuscì gradita ai consiglieri, tra i quali non figurava, una volta di più, l’on. Giuseppe Pella. La prof.ssa Ernesta Dubini Paglia aveva presentato al ministero un ricorso avverso il mancato conferimento da parte della facoltà di Economia di un incarico. Ne dava notizia il preside prof. Innocenzo Gasparini che, però, dal Rettore aveva ricevuto copia di una seconda lettera inviata dalla suddetta docente al ministero, con la quale ritirava il ricorso. Gasparini aveva esposto le ragioni per le quali la facoltà aveva ritenuto di dovere dare la preferenza al prof. Rino Airoldi. Si decise, pertanto, con voto unanime, che la vertenza era da considerarsi chiusa.

Una seconda seduta del Comitato esecutivo ebbe luogo il 15 settembre 1967 (assente l’on. Pella). Rifacendosi alla riunione del 12 giugno u.s., il presidente propose, e il Comitato unanime approvò, che si coprisse uno dei posti di professore di ruolo disponibili presso la facoltà di Lingue mediante chiamata. E il comitato tecnico aveva deliberato che la cattedra di Letteratura angloamericana fosse destinata al prof. Claudio Gorlier, straordinario della medesima disciplina all’Istituto universitario veneziano, a decorrere dal 1° novembre 1967. Il Comitato esecutivo diede, come ho detto, il suo assenso, e pregò la presidenza di dare subito corso agli atti amministrativi previsti.

Con l’assenza di tre componenti (Pella, Sapori e Bontadini) il Consiglio di Amministrazione si riconvocò il 27 ottobre con un nutrito ordine del giorno.

Si svolse, anzitutto, la commossa commemorazione del consigliere Aldo Borletti, da poco membro del Consiglio, ancora in giovane età scomparso per via di un grave incidente occorsogli. Tutti i consiglieri ben ne rammentavano gli atti di valore compiuti in guerra, le straordinarie doti espresse come direttore generale e, poi, come presidente della Rinascente-Upim, né dimenticavano la ben meritata nomina a cavaliere del lavoro e il suo costante e intenso affetto per la Bocconi presso la quale si era laureato nel 1933 e alla quale, tramite la società che egli rappresentava, non aveva fatto mancare cospicui contributi. Tutti i consiglieri, con grande tristezza e sinceri sentimenti, presero parte al lutto e al tributo.

Ma quell’adunanza doveva generare intensa commozione su un altro piano. Il prof. Armando Sapori, per raggiunti limiti di età, concludeva il suo quindicennio rettorale e ben si poteva comprendere lo stato d’animo di chi doveva allontanarsi dalle sue aule di insegnamento e di studio. Se ne rendevano conto gli amici consiglieri che, con calore particolare, al Rettore furono vicini nel ringraziamento, nel tributo e nell’augurio. Mai riuscirò a dimenticare quanto uscì allora dalla bocca di uno dei miei Maestri ed è un ricordo, e un ammonimento, che assai spesso, alla mia pressoché veneranda età, nutre la memoria e conforta lo spirito.

In assenza del prof. Dell’Amore, momentaneamente allontanatosi, il presidente Cicogna informò che «l’Ufficio di Presidenza avendo lungamente esaminato, sotto ogni profilo, la pratica relativa alla nomina del nuovo Rettore per l’a.a. 1967/68 è venuto alla conclusione di proporre a tale carica l’on. prof. Giordano Dell’Amore che ha assicurato di potere dare […] le assidue cure che essa [carica] comporta e delle quali è pienamente consapevole». Sarebbe occorso informarne subito anche la Cassa di Risparmio, dal momento che lo statuto bocconiano «riserva alla Cassa […] un suo rappresentante quale membro del Consiglio stesso». Salutato da un lungo applauso, Dell’Amore, che rinnovò le sue assicurazioni, fu subito eletto nuovo Rettore della Bocconi.

In sintonia con quanto proposto dal comitato tecnico della facoltà di Lingue e approvato dal Senato accademico il Consiglio di Amministrazione diede il suo placet: a) alla nomina del prof. Claudio Gorlier a docente di ruolo nei tre corsi (II, III e IV anno) di Lingua e Letteratura inglese; b) alla nomina del prof. Silvio Baridon, docente di ruolo nell’Università di Roma, a insegnante, presso la Bocconi, di Lingua e Letteratura francese (I e II magistero); c) alla nomina del prof. Pasquale Jannini, libero docente e 1° ternato dell’ultimo concorso universitario, a insegnante di Lingua e Letteratura francese (corsi annuali e biennali). I consiglieri approvarono.

Come ricordò Cicogna il ministero della P.I. aveva assegnato, per il ’67-68, 28 «borse di studio biennali di addestramento didattico e scientifico (borse istituite con legge 24/2/67 n. 62)» e su proposta del Senato accademico si deliberò di assegnarne 17 alla facoltà di Economia e 11 a quella di Lingue.

Furono poi fornite al Consiglio informazioni in merito ai lavori di ristrutturazione della vecchia sede. Non li riporto in dettaglio. Aggiungo solo che codesti lavori erano in corso d’esecuzione, sarebbero stati ultimati per l’inizio dell’anno venturo e avrebbero comportato, comprese le spese per nuove attrezzature didattiche, un costo di 180-200 milioni di lire. In ogni caso, si potevano considerare conclusi gli impegni finanziari assunti dall’Università per la costruzione del nuovo edificio destinato alla biblioteca, agli istituti ecc. Rimanevano da pagare solo dei residui. Comunque, si poteva finalmente asserire che il costo complessivo del nuovo edificio ammontava a circa L. 1.540 milioni.

Il dottor Croccolo così riassunse la situazione economica: spese per la nuova sede, L. 1.550 milioni; spese per la sistemazione della vecchia sede, L. 200 milioni; totale impegni, L. 1.750 milioni. Al 25 ottobre 1967 risultavano pagati: per la nuova sede, L. 1.535 milioni; per la sistemazione della vecchia sede, L. 115 milioni; totale, L. 1.650 milioni. Per far fronte agli impegni la Bocconi si era assicurata un mutuo di 600 milioni e poteva disporre del finanziamento straordinario di L. 400 milioni offerto, come ho già segnalato, da persona amica. Sempre al 25 ottobre, la Bocconi aveva ancora disponibili 400 milioni in cartelle fondiarie della Cassa di Risparmio e, sostanzialmente, almeno 300 dei 400 milioni del finanziamento straordinario. Inoltre poteva contare su un’apertura di credito di 125 milioni dell’Istituto Javotte Bocconi, nonché sulla prima rata delle tasse scolastiche per un importo di almeno 200-250 milioni. Tutto considerato si poteva… stare tranquilli, a parte la contestazione che sembrava prendere sempre più vigore.


1

Conto rendite e spese dell’o.a. 1965-66: Gestione universitaria, Saldo passivo: L. 45,8 milioni circa; Gestione pensionato, Saldo passivo: L. 15,3 milioni circa; Gestione patrimoniale, Saldo attivo: L. 71,8 milioni circa questa cifra doveva essere depurata di L. 10,5 di cui L. 10 milioni per incrementare il fondo di riserva e il resto per riporto a nuovo.

2

Incarichi di insegnamento

Facoltà di Economia

Istit. dir. pubbl.: Carlo Biscaretti di Ruffia; Matem. gen.: Giovanni Ricci; Matem. attuar.: Eugenio Levi; Scien. finan. e Dir. finan.: Aldo Scotto; Econ. e Pol. agr.: Aldo Pagani; Tecn. comm.: Luigi Guatri; Rag. geo. e appl.: Napoleone Rossi; Statis. 2: Libero Lenti; Merc.: Rino Airoldi; Ist. dir. priv.: Ariberto Mignoli; Econ. pol. 2: Giovanni Demaria; Statis. 2B: Francesco Brambilla; Dir. lavoro: Luigi Mengoni; Geog. econ.: Gaetano Ferro; Stor. econ. (in via transitoria): Ariberto Mignoli; Mat. finan.: Giuseppe Avondo Bodino; Ling. franc.: Ugo Salati; Ling. ing.: Sergio Rossi; Ling. ted.: Vincenzo Villa; Ling. spagn.: Samuele Marchese.

Facoltà di Lingue e Letterature straniere

Lin. e Lett. latina: Alberto Grilli; Filol. germ.: Enzo Evangelisti; Lin. Letter. ital. 1: due corsi paralleli a Piero Gallardo e Ferdinando Giannessi; Lin. Lett. ital. 2: Aldo Borlenghi; St. med. e mod.: Francesco Catalano; Fil. roman.: Carla Cremonesi; Geogr.: Marco Pinna; Ling. Letter. ted., corsi Magistero: Emmy Rosenfeld; corsi propedeutici annuali e biennali: Vincenzo Villa; Ling. Letter. franc.: Carlo Bo; Ling. Letter. spagn.: Giuseppe Bellini; Ling. Letter. ingl. (in attesa); Insegnamenti complementari: Filosof.: Remo Cantoni; Ling. Letter. russa: Eridano Bazzareli; Lett. ispano-amer.: Giuseppe Bellini.

3

A Trento, fondata su un buon corredo di sconsiderate attese, s’era istituita fin dal 1962 una facoltà di Sociologia a opera, soprattutto, di una falange di ottimisti estensori e sostenitori di nuove e radicali soluzioni socio-progressiste. Prevalevano nettamente i rappresentanti di una cultura cattolica intinta in un buon brodo di componenti comuniste.

4

Scusarono la loro assenza i consiglieri Pella, Monza, Dubini, Corridori, Radice Fossati, Bontadini (7 membri). Assenti non scusati: Verticale, Ferrari, Borletti (3 membri).

5

Per la facoltà di Economia, insegnamenti complementari: Ettore Lorusso, Tecnica del commercio internazionale; Tullio Bagiotti, Storia delle dottrine economiche; Angelo Pagani, Sociologia; Mario Rotondi, Diritto industriale; Luigi Selleri, Economia e Finanza delle imprese d’assicurazioni; per la facoltà di Lingue: Rosa Marinoni Mengazzini, Lingua e Letteratura inglese; Luigi Castigliano, Idem; Giovanna Cantoni Foà, Lingua e Letteratura inglese; Sabino Casieri, Idem; Grazia Caliumi, Idem (la lingua e la letteratura inglesi erano insegnate in anni e corsi differenti).

6

Università: di Pavia, Milano (Statale, Cattolica, Bocconi, Politecnico), Genova e Torino (ambedue: Statali e Politecnico).

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