Storia della Bocconi

1968-2022. Dalla contestazione all'internazionalizzazione

Parole chiave: Presidente Monti Mario, Vice presidente Guatri Luigi, Rettore Verona Gianmario, Pavesi Bruno, SDA

Non è una novità, ma sono anni difficili e movimentati.

All’economia globale subentra la crisi globale: i temi internazionali (l’America di Trump, la Russia di Putin e la Cina di Xi, la Gran Bretagna della Brexit) entrano nelle conversazioni quotidiane insieme a termini nuovi (o riscoperti) come populismo, sovranismo, in una rappresentazione di Europa sempre più frastagliata.

La politica si fa sui social, e i social diventano politica, in un’Italia incerta, dilaniata a livello politico e disorientata a livello sociale.

Al governo Letta succede il governo Renzi, che introduce uno stile e un linguaggio nuovo e aggressivo nell’azione politica e di governo. Nonostante iniziative forti sul piano sociale (il Job Acts, la app18, gli 80 euro...), il tema del distacco tra masse popolari ed élite, responsabili queste ultime di non capire i bisogni e le ansie della gente comune (povertà, insicurezza, delusione, senso di solitudine), inasprisce il dibattito politico e diventa tema di campagna elettorale, combattuta e vissuta con il linguaggio e gli strumenti delle nuove tecnologie. Le elezioni del 2018 portano a un inaspettato «governo del cambiamento», basato sulle due forze politiche uscite vincenti dalle elezioni, Lega e Movimento 5 stelle, che sostituiscono al concetto tradizionale di coalizione, quello nuovo di contratto.

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Sul fronte universitario, prosegue l’alternanza di ministri, espressione di altrettanti governi: dopo Fabio Mussi, con il passaggio dal governo Prodi II al Berlusconi IV, si succedono i ministri Mariastella Gelmini, Francesco Profumo, Maria Chiara Carrozza, Stefania Giannini, Valeria Fedeli e, con il «governo del cambiamento», Marco Bussetti. Per la discontinuità politica e i tagli effettuati, negli ultimi 7-8 anni l’università ha perso un quinto dei suoi studenti, insegnanti, finanziamenti: «un disinvestimento superiore a quello di ogni altro Paese europeo, a eccezione della Grecia»[1], ponendosi (secondo l’analisi OCSE) al livello più basso di percentuale di giovani adulti che hanno conseguito la laurea.

Sul tavolo, ancora i temi delicati, e discussi, della valutazione della ricerca, dell’abilitazione scientifica nazionale e dei relativi organismi decisionali. Tra questi, il tema del diritto d’autore, che ottiene una regolamentazione a livello europeo dopo una durissima contrapposizione tra alcuni Paesi «sovranisti», alleati con le grandi corporation globali, e la maggioranza del Parlamento; e il tema collegato dell’open access, che vede anche Egea impegnata nel confronto tra editori, MIUR e Commissione europea, alla ricerca di soluzioni moderne in grado di salvaguardare la qualità e la professionalità necessarie a far sì che la «democrazia culturale» sia sostanziale e non formale.

Nel dibattito su cause e sbocchi delle nuove tendenze politiche a livello non solo italiano ma europeo e mondiale, emerge, sempre più forte, l’esigenza di un pensiero con radici solide, di una visione oltre il breve termine, di un sistema di relazioni a livello mondiale con chi cerca con rigore soluzioni per il futuro.

Per la Bocconi, il piano programmatico 2016/2020 è tutto questo, la linea sicura che guida il nuovo rettore, Gianmario Verona, nominato dal consiglio per il biennio 2016/18 dopo consultazioni ampie e approfondite, condotte dal presidente insieme al vicepresidente Luigi Guatri e al consigliere Enrico Cucchiani, ascoltando 28 professori con incarichi di governo in università.

Gianmario Verona (per tutti, semplicemente Giamma) è un aziendalista e succede a un aziendalista in omaggio al comune riconoscimento secondo cui il vecchio principio di alternanza tra economisti e aziendalisti va considerato superato; è «persona brillante e con grande visione; conosce bene il mondo internazionale, avendo passato lunghi periodi presso prestigiose business school; ha saputo gestire in modo equilibrato e rigoroso la posizione delicata di dean della faculty; è persona riconosciuta dalla faculty; si è misurato moltissimo sulle problematiche della ricerca, dove vanta coefficienti di impatto e di citazioni molto elevate sul piano internazionale».

Il documento di indirizzo del consiglio di amministrazione assume il piano strategico «come punto di riferimento certo e obbligatorio» e affida al nuovo rettore cinque obiettivi precisi: il consolidamento e il rafforzamento del capitale umano; la valorizzazione della ricerca di base e applicata; l’internazionalizzazione della SDA School of Management e il posizionamento di tutti i dipartimenti, entro il 2020, tra i primi cinque in Europa; la continua innovazione nei programmi di studio; il rafforzamento delle partnership con le aziende e il supporto al fundraising.

A questo, il presidente aggiunge la richiesta al nuovo rettore di «una particolare attenzione, nell’ambito di una visione internazionale, alla identità italiana e milanese della Bocconi e alla necessità di una sempre maggiore coesione con le altre università, smentendo quell’immagine di elitarismo spesso, e forse ingiustamente, abbinata alla Bocconi».

Il lavoro è impegnativo, ma «Giamma», uomo di marketing e digitale, che capisce i Millenials e le varie generazioni X,Y, Z, e dialoga con i Centennials come fosse uno di loro, affronta il nuovo incarico con dinamismo ed energia, imprimendo da subito a tutte le sue azioni, impostate in attuazione degli obiettivi indicatigli, il ritmo, il linguaggio e i colori del mondo dell’oltre 2000.

All’insegna della «Innovazione nella continuità», la Bocconi è attiva in tutte le direzioni, arricchendo ricerca e proposta formativa con il derivato di sperimentazioni e relazioni sempre più ampie e articolate a tutti i livelli, restituendo alla società stimoli ed elaborati culturali proposti da una faculty che conta ormai oltre 300 professori di ruolo.

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Con il 2018, Giamma viene confermato rettore per il biennio 2018/20, in un anno che, ai grandi cambiamenti nel Paese, vede aggiungersi anche importanti cambiamenti interni alla Bocconi.

Luigi Guatri[2], da 69 anni protagonista della vita dell’Ateneo (senza contare i quattro anni del corso di laurea), decide di «essere troppo vecchio»: lascia così la vicepresidenza dell’Università, sostituito da Andrea Sironi, e anche la presidenza dell’Istituto Javotte Bocconi – Associazione Amici della Bocconi, sostituito da Angelo Provasoli, mantenendo in entrambe le istituzioni la presidenza onoraria.

Mario Monti è confermato presidente per il quadriennio 2018/22, con un consiglio di amministrazione in parte rinnovato[3]. Tra i nuovi ingressi, rilevante quello di Riccardo Taranto, bocconiano di lunga esperienza manageriale, nel ruolo di consigliere delegato, lasciato vacante da Bruno Pavesi che, dopo nove anni di intenso lavoro, chiede di non essere confermato sottolineando:

Ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con quattro rettori, personaggi di alto profilo: i professori Angelo Provasoli, Guido Tabellini, Andrea Sironi e Gianmario Verona. È stato un privilegio essere al loro fianco nello sviluppo di progetti che hanno portato la nostra Università a livelli di eccellenza[4].

Aumentano le richieste di iscrizione degli studenti, dall’Italia e dall’estero; i ricercatori e i docenti giovani, che hanno iniziato la loro formazione in Bocconi, vanno all’estero a completarla, e dal mondo internazionale arrivano ricercatori e docenti di alta preparazione ed esperienza; i laureati Bocconi si incontrano in tutti i Paesi, in posizione di responsabilità e prestigio; il rapporto con il mondo del lavoro e delle imprese si consolida in termini di interscambio continuo mentre la Bocconi si prepara a inaugurare la sua ultima (ma solo in ordine di tempo) realizzazione: il nuovo campus, detto ex Centrale del latte, in attesa di una sua propria denominazione.

E continua, anche se in modi sempre diversi, l’antica tradizione della Bocconi, così come la racconta direttamente il protagonista.


1

Andrea Capussela, Declino. Una storia italiana, Roma, Luiss University Press, 2019.

2

Il 19 settembre 2018 ha compiuto 91 anni.

3

Oltre a Mario Monti presidente, Gianmario Verona rettore e Riccardo Taranto consigliere delegato, fanno parte del consiglio Carlo Bonomi, Diana Bracco, Vittorio Colao, Valeria Cosmai, Enrico Cucchiani, Alessandro Foti, Patrizia Grieco, Vittorio Grilli, Eliana La Ferrara, Alberto Meomartini, Carlo Messina, Diego Piacentini, Barbara Poggiali, Gianfelice Rocca, Marco Tronchetti Provera.

4

E prosegue: «Sono molto soddisfatto del lavoro fatto in questi anni di straordinarie esperienze professionali e personali. L’orientamento ai valori e ai progetti di lungo termine è sostenuto dalla motivazione e dedizione di tutte le componenti dell’Università, in particolare con una forte coesione tra struttura accademica e struttura tecnico-amministrativa, rafforzatasi in modo significativo negli anni».

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