Storia della Bocconi

1968-2022. Dalla contestazione all'internazionalizzazione

Diritto allo studio


Parole chiave: Borse di studio

APPROFONDIMENTO 

Da sempre l’Università Bocconi ha riservato la massima attenzione al diritto allo studio, in particolare per gli studenti di condizioni economiche non agiate, mediante l’erogazione di borse di studio, esoneri da tasse e contributi, contributi per scambi internazionali e stage. Da sempre funzionano il servizio alloggi e quello mensa, a disposizione di tutti gli studenti a tariffa differenziata a seconda del reddito della famiglia.

Nell’anno accademico 1956/57 nasce il primo pensionato Bocconi, con 363 posti letto, con servizio mensa – al tavolo per i residenti e self-service per gli esterni. Oggi i posti letto sono 2070, distribuiti in otto residenze. Nell’anno solare 2017 sono stati consumati 180.000 pasti, usufruiti ai self-service del pensionato Bocconi – via Bocconi 12, via Sarfatti 25 e via Roentgen 1 – e presso i bar, paninoteca e fast food di via Sarfatti 25 e via Roentgen 1.

Per quanto riguarda il diritto allo studio, l’Università si è sempre adeguata alla normativa ministeriale e della Regione Lombardia.

Con RD 31 agosto 1933, n. 1592, viene istituita, per ogni università o istituto di istruzione superiore, l’Opera universitaria, cui è riconosciuta personalità giuridica. Le Opere sono amministrate da un CdA formato da docenti e studenti e del quale è presidente il rettore. L’istituzione è finanziata dallo Stato con propri fondi, nonché attraverso la tassa cui sono soggetti quanti conseguono l’abilitazione all’esercizio professionale. Inoltre le università versano alle Opere, per l’incremento dell’assistenza collettiva, il 15 per cento delle tasse esatte dai propri iscritti.

Nel 1979 le funzioni e i beni delle Opere universitarie vengono trasferiti alle Regioni. La Lombardia, prima fra tutte, con la LR 7/81, detta le nuove norme in materia di diritto allo studio, istituendo gli ISU (Istituto per il diritto allo studio universitario). Gli ISU sono amministrati da un CdA nominato dalla Regione, del quale fanno parte – oltre al rettore dell’Università e a una rappresentanza dei docenti e degli studenti – anche rappresentanti della Regione, della Provincia e del Comune. Il presidente dell’ISU viene eletto dal consiglio di amministrazione. Inoltre vi è un collegio dei revisori dei conti, nominato dalla Regione. I contributi di funzionamento provengono interamente dalla Regione, la quale incassa le tasse di abilitazione e il contributo a favore dell’ISU.

Le forme di intervento previste dalla LR 7/81 sono: servizi di orientamento professionale, servizi abitativi, servizi mensa, assegni di studio e borse di studio, prestiti d’onore, facilitazioni di trasporto, servizi sanitari e di medicina preventiva, servizi editoriali e librari e centro di ascolto audiotelevisivo, servizi per attività culturali e ricreative, compresi i posti di ritrovo per studenti, servizi promozione sportiva e turistici, oltre a ogni altra forma di assistenza utile ad attuare il diritto allo studio, compresa la realizzazione di strutture edilizie e l’acquisto di impianti e attrezzature.

Nel dicembre 1991 viene finalmente approvata la legge quadro per il diritto allo studio universitario (L. 2 dicembre 1991, n. 390), che introduce alcune novità: non si parla più di assegni di studio, ma solo di borse di studio e viene dato grande rilievo al prestito d’onore e al tutorato. Viene inoltre introdotta la possibilità di assegnare incarichi di collaborazione agli studenti, per non più di 150 ore (ora 200) per anno accademico. I compensi per tali incarichi sono esenti da IRPEF e ILOR. Le università devono solo garantire la copertura assicurativa contro gli infortuni.

Le università possono concorrere alla realizzazione del diritto allo studio con oneri a carico del proprio bilancio. Il ministero, con proprio decreto, stabilisce ogni tre anni i requisiti per l’accesso ai servizi e per il godimento degli interventi previsti. Le Regioni esercitano la potestà legislativa. La Regione Lombardia con LR 13 dicembre 2004, n. 33 ha affidato alle università la gestione degli interventi per il diritto allo studio. La Bocconi ha così costituito, con decreto rettorale n. 31 del 28 febbraio 2006, successivamente modificato dal n. 32 del 19 febbraio 2009. Il Centro per il diritto allo studio universitario ISU Bocconi, i cui organi sono: il direttore e il consiglio direttivo composto da:

  • il consigliere delegato con funzioni di presidente;
  • il direttore del Centro con funzioni di segretario;
  • fino a tre componenti nominati dal consigliere delegato;
  • fino a tre componenti nominati dal rettore;
  • tre rappresentanti degli studenti, eletti dagli studenti medesimi sulla base di apposito regolamento.

Alle riunioni partecipa persona delegata dal direttore del Centro, con funzioni di verbalizzante.

Durante tutto il periodo della contestazione, dal 1968 in avanti, il diritto allo studio è stato al centro di discussioni e scontri tra gli studenti e le autorità accademiche, causando più di un’occupazione sia dell’Università che del pensionato. È bene sapere che il diritto allo studio è stato un simbolo della contestazione studentesca che ha caratterizzato anche la nostra Università, ma che ha portato comunque molti dei vantaggi di cui oggi gli studenti bocconiani usufruiscono.

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